| E con immenso piacere, ma anche con un certo ringraziamento, vorrei salutare questa Serie B così bistrattata, anche e soprattutto da chi la dirige. Bistrattata, confusionaria, durissima ma che, nell'anno che ci ha visti percorrerla, ci ha anche dato la consapevolezza di quanto possiamo tirare fuori da noi stessi, anche contro tutti e anche contro parte di noi stessi. Una Serie B che ha temprato la squadra e i dirigenti ed anche i tifosi, almeno quelli più giovani. Per quelli un po' più attempati, come me, è stato una sorta di ritorno indietro quando le energie per seguire la Beneamata erano di più, i calzoncini dei giocatori erano più corti, e seguivamo e speravamo con disincantata passione e speranza di salire verso dove squadre e nomi mitici si sfidavano in palazzetti enormi e pieni di fascino. Poi ci siamo arrivati, lentamente prima e travolgendo tutto poi, a quei palcoscenici. Li abbiamo assaporati, gustati, anche dominati con rabbia e orgoglio e anche prepotenza, fin quasi all'estrema vetta d'Europa. Prepotenza e superbia, soprattutto non del popolo e dei tifosi, che c'hanno riportato indietro. Indietro a calcare gli stessi parquet e gli stessi palazzetti scarni, anche poveri e modesti ma pieni di passione vera di tanti giocatori e tifosi che li vivono. Alla fine mi sento anche di ringraziare tutto ciò per averci fatto tornare, per una volta ancora, indietro nel tempo e ridato una consapevolezza e anche una carica nuova per affrontare un lungo cammino per tornare verso quello che ci hanno tolto improvvisamente da un giorno all'altro.
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